Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è una delle fasi più delicate e significative dello sviluppo umano. Questo periodo, spesso chiamato anche “preadolescenza”, rappresenta una vera e propria trasformazione sia a livello fisico che psicologico, sociale ed emotivo.
Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza può portare con sé incertezze e insicurezze legate ai cambiamenti fisici e alla ricerca di sé e nuove opportunità, ossia possibilità di sviluppare nuove competenze, passioni e relazioni.
Le trasformazioni che avvengono nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza presentano differenze significative tra maschi e femmine, sia a livello fisico che psicologico e sociale.
Le ragazze generalmente iniziano la pubertà prima dei ragazzi, attorno ai 10-11 anni, mentre i ragazzi iniziano intorno agli 11-12 anni. Le ragazze completano questo processo prima, mentre nei ragazzi lo sviluppo è più graduale e prolungato.
Nelle ragazze si osserva lo sviluppo del seno, la comparsa dei primi peli pubici e il menarca (prima mestruazione).
Nei ragazzi si assiste alla crescita del pene e dei testicoli, al cambiamento della voce e alla comparsa della barba.
Le ragazze hanno uno “scatto di crescita” anticipato ma più breve, mentre nei ragazzi la crescita è più tardiva, più lenta ma più lunga, portando spesso a una maggiore altezza media negli uomini adulti.
Nei maschi aumenta la massa muscolare, mentre nelle femmine si osserva una maggiore distribuzione di grasso corporeo, soprattutto su fianchi e cosce.
Tra le differenze psicologiche ed emotive vi sono:
- Coscienziosità: Le ragazze, nella prima adolescenza, mostrano livelli più elevati di coscienziosità rispetto ai maschi, ovvero maggiore autodisciplina e organizzazione.
- Instabilità emotiva: Le ragazze tendono a manifestare una maggiore instabilità emotiva rispetto ai ragazzi, con una maggiore predisposizione a provare ansia, paura e senso di solitudine.
- Esperienza della sessualità: Nei maschi l’impulso sessuale è più diretto e orientato all’orgasmo, mentre nelle femmine il desiderio sessuale è più diffuso e legato a sentimenti d’amore e coinvolgimento emotivo.
Gli aspetti sociali e relazionali
- Relazione con il corpo: Entrambi i sessi possono vivere un senso di estraneità rispetto al proprio corpo che cambia, ma le ragazze sono spesso più esposte al giudizio sociale e ai modelli estetici, mentre nei ragazzi il confronto è più legato alle prestazioni fisiche e sportive.
- Centralità del gruppo dei pari: In entrambi i sessi il gruppo dei coetanei diventa fondamentale, ma le ragazze tendono a dare maggiore importanza alle relazioni affettive e di amicizia, mentre nei ragazzi può essere più centrale la competizione e il riconoscimento sociale.
I cambiamenti ormonali durante l’adolescenza influenzano profondamente l’umore, contribuendo a quella che spesso viene descritta come una vera e propria “montagna russa emotiva”. Durante la pubertà, l’aumento degli ormoni sessuali (testosterone nei ragazzi, estrogeni nelle ragazze) e dei neurotrasmettitori come dopamina e serotonina rende le reazioni emotive più intense e imprevedibili. Questo spiega perché gli adolescenti possono passare rapidamente da stati di euforia a momenti di tristezza o irritabilità, spesso senza una causa apparente.
Gli ormoni non agiscono solo sul corpo, ma anche sul sistema nervoso e sul cervello, influenzando la regolazione delle emozioni e la percezione degli eventi. In particolare, la corteccia prefrontale, responsabile del controllo degli impulsi e della pianificazione, è ancora in fase di maturazione, mentre il sistema limbico (che gestisce le emozioni) è già molto attivo. Questo squilibrio rende gli adolescenti più impulsivi e sensibili alle emozioni.
Inoltre, le fluttuazioni ormonali possono favorire la comparsa di ansia, depressione, irritabilità e difficoltà di concentrazione, soprattutto nelle ragazze, che risultano più vulnerabili a causa della maggiore influenza degli estrogeni sul cervello.
Genitori, insegnanti e altre figure di riferimento possono:
- Offrire ascolto e supporto: Essere presenti senza essere invadenti.
- Favorire il dialogo: Parlare apertamente di emozioni, cambiamenti e difficoltà.
- Dare fiducia: Permettere all’adolescente di sperimentare e sbagliare, sostenendolo nelle sue scelte.
Ruolo dei genitori nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza
Nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, i genitori svolgono un ruolo fondamentale che si trasforma rispetto alle fasi precedenti. Devono trovare un equilibrio tra il favorire l’indipendenza emotiva e l’autonomia dei figli, e il continuare a rappresentare una “base sicura” a cui i ragazzi possono fare riferimento nei momenti di difficoltà. Questo significa sostenere i figli nel loro percorso di crescita, incoraggiando la sperimentazione e l’esplorazione del mondo, ma garantendo sempre presenza, ascolto e supporto.
Il rapporto tra genitori e figli in adolescenza si evolve: non si interrompe, ma diventa più maturo e flessibile. I genitori devono adottare un atteggiamento basato su dialogo, ascolto attivo, comprensione, rispetto e fiducia reciproca. È importante accettare le opinioni dei figli in modo costruttivo e coinvolgerli nelle decisioni che li riguardano, mostrando apertura e capacità di negoziare le regole.
La funzione educativa dei genitori resta centrale: occorre stabilire regole chiare e negoziabili, ponendo limiti necessari ma senza rigidità eccessiva. In particolare, la figura paterna viene spesso vista come quella che sostiene e regola, aiutando i figli ad affrontare le sfide dell’adolescenza e a gestire le prime autonomie (uscite, denaro, uso della tecnologia). Il genitore “resistente” sa negoziare e presidiare le regole, offrendo un argine alle trasgressioni senza ricorrere a divieti assoluti.
I genitori rimangono un modello di riferimento importante: attraverso il loro esempio – nella gestione delle emozioni, nelle relazioni e nella risoluzione dei problemi – trasmettono ai figli valori, atteggiamenti e strategie di coping( chiedere aiuto o consiglio a persone di fiducia,distanziamento,autocontrollo).
La coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa rafforza la credibilità e l’efficacia educativa.
Durante l’adolescenza, i ragazzi sono alla ricerca della propria identità e mettono in discussione regole e valori familiari per costruire un sé autonomo. I genitori devono rispettare i tempi e i modi di questa ricerca, evitando di accelerare i processi o di decidere al posto dei figli, ma restando disponibili al confronto e al sostegno.
I genitori possono favorire l’autonomia emotiva
Incoraggiare l’esplorazione emotiva
- Invitare i figli a riconoscere, esprimere e comprendere i propri sentimenti senza reprimerli o giudicarli. Questo aiuta gli adolescenti a sviluppare consapevolezza di sé e a gestire le proprie emozioni in modo sano.
Essere modelli di regolazione emotiva
- Mostrare come affrontare situazioni di stress, conflitto o delusione mantenendo equilibrio e autocontrollo. I figli apprendono osservando come i genitori gestiscono le emozioni e le difficoltà quotidiane.
Offrire sostegno senza invadenza
- Accompagnare i figli nel percorso di crescita, offrendo supporto e ascolto, ma senza essere troppo invadenti o controllanti. È importante rispettare i loro spazi e il bisogno di autonomia, evitando di anticipare i loro desideri o risolvere sempre i loro problemi.
Ascolto attivo e dialogo aperto
- Praticare un ascolto autentico, sospendendo il giudizio e mostrando interesse genuino per ciò che i figli provano e pensano. Stimolare il dialogo su ciò che accade nella loro vita rafforza il senso di fiducia e sicurezza.
Valorizzare i punti di forza e l’autostima
- Riconoscere i successi, anche piccoli, e sostenere i figli nelle difficoltà senza sottolineare solo gli errori. Questo contribuisce a rafforzare la fiducia in sé stessi e la capacità di affrontare nuove sfide.
Stabilire regole chiare e condivise
- Definire insieme regole e aspettative, adattandole alle circostanze e all’età dei figli. Coinvolgerli nel processo decisionale li aiuta a sentirsi responsabili e partecipi, promuovendo autonomia e senso critico.
Tollerare l’incertezza e sostenere la gestione dei rischi
- Insegnare ai figli che l’incertezza fa parte della crescita e che è possibile affrontarla senza agire impulsivamente. Aiutarli a riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni favorisce la maturità emotiva.
Non anticipare i desideri dei figli
- Lasciare che siano loro a scoprire e perseguire i propri desideri e obiettivi, senza sostituirsi a loro nelle scelte. Questo rafforza la capacità decisionale e la fiducia nelle proprie risorse.
Collaborare con la scuola e valorizzare il gruppo dei pari
- Partecipare attivamente alla vita scolastica e sostenere le attività di gruppo aiuta gli adolescenti a confrontarsi con coetanei, sviluppando competenze sociali ed emotive.
Questi comportamenti aiutano i ragazzi a costruire una solida autonomia emotiva, fondamentale per affrontare le sfide dell’adolescenza e dell’età adulta.
Essere un modello di gestione emotiva significa mostrare, con il proprio esempio quotidiano, che le emozioni possono essere riconosciute, espresse e gestite in modo sano e costruttivo.